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dal 1986 al 2006

L’anno della vita. I miei genitori sono sposati da 6 anni e hanno già una figlia, il desiderio di avere la secondogenita è grande, tanto che a settembre arrivo io, prima di atterrare però nel lungo viaggio della gravidanza e più precisamente al settimo mese viene comunicato ai miei genitori che ci sarebbe stata una complicazione, bisognava scegliere se portare avanti la gravidanza o fermarsi lì. Decidono di arrivare al 9° mese ignari di ciò che sarebbe successo poi, di quello che si prospetta di fronte. Di prima mattina del giorno 10 vengo alla luce in maniera tempestiva, senza far attendere nessuno e senza dare il tempo a mio padre di arrivare in ospedale. Lui mi conoscerà dopo poche ore, e da ìi inizia per loro un nuovo cammino, la seconda figlia femmina che nasce con qualcosa di diverso, ero fisicamente in pienissima forma 3.880 kg e 52 cm, ma le ossa non erano normali. Nulla di preoccupante per quel momento, tanta gioia sicuramente nell’avere un’altra figlia. Dopo la naturale degenza, torniamo a casa, i primi mesi non sono stati semplici perché ho avuto di tutto otiti, perforazione del timpano, varicella, morbillo, tutto ciò che un bimbo in quegli anni ancora poteva prendere, ma i miei genitori non hanno mai smesso di seguirmi e cercare il meglio. La vita procede, in piena forma fisica perchè mi nutrivo di tutto e non avevo grosse problematiche, all’età di 3 anni inizio la scuola materna e da li i primi sguardi che cercano di capire cosa succede ma tra piccolini ci si intende subito e non c’è molta differenza, non ho ricordi ben chiari di cosa altro sia successo in quegli anni tra la nascita e nei primi 6 anni di vita, so di aver avuto delle complicazioni, essere stata visitata da medici di Verona, Treviso e Padova ma nulla di così grave. 

Infanzia, Adolescenza e la strada verso il lavoro 

Ecco che dopo i primi 3 anni di asilo, si cominciano le scuole elementari, le maestre subito intendono farmi seguire da un’insegnante di sostegno ma i medici e il centro di logopedia dove ero seguita dicono che io non avessi bisogno di un sostegno a scuola a livello di insegnante, ma piuttosto c’era bisogno di un sostegno pratico, cosi mio padre modifica una sedia con uno scalino che si alza e si abbassa a seconda della crescita delle gambe e del bisogno che ne avevo. Tutto prosegue bene, sono stati gli anni più belli di scuola che io abbia trascorso, molto probabilmente perchè ero ancora molto ignara di quello che era la mia vita, ero si più bassa di tanti altri miei compagni ma non ci sono mai stati grossissimi problemi di confronto, a parte qualche piccolo incidente a scuola, come l’avermi chiuso il pollice della mano destra nella serratura della porta durante una ricreazione, mi ricordo ancora il dolore provato e la fatica di recuperare tanto che ne porto ancora i segni perchè l’unghia del pollice destro è diverso da quella del pollice sinistro. Passate le scuole elementari, passiamo anche gli esami (che all’epoca ancora si facevano) e passiamo alle scuole medie, qui si vede e si sente che si cominicia a crescere, la differenza con gli altri miei compagni è sempre più evidente, e io divento sempre più riservata e silenziosa, intraprendo così un percorso con una psicologa del centro neuropsiachiatria infantile dell’ospedale di Castelfranco Veneto, con la quale mi trovo molto bene e riesco ad interagire meglio con i compagni, gli amici e i professori, non posso non ricordare alcuni professori in particolare quello di educazione fisica che ora mi torna alla mente per la sua passione, dedizione e capacità di inserimento di ciascuna persona dentro alle classi e durante l’ora di educazione fisica e che ora ringrazio molto perchè forse anche grazie a lui, anche se di anni ne sono passati parecchi, ora sono quello che sono, poi ricordo la professoressa di italiano dedita e appassionata della materia ma soprattuto al fatto che nessuno di noi andasse perduto nel percorso, e con lei ricordo di aver fatto il viaggio più bello, la gita di terza media in Liguria tra La Spezia, 5 Terre e Lucca, luoghi che ancora ora mi sono rimasti nel cuore. 

Rimane nel cuore ciò che con passione è stato seminato e con spirito di vita buona viene raccolto. 

Durante l’anno di 3 media dobbiamo scegliere la scuola superiore, mi ricordo ancora con che passione ho fatto la scelta, che poi non è stata condivisa quindi ho dovuto scegliere altro, ma ricordo ancora il sogno che è rimasto nel cassetto. La mia dedizione agli altri era grande e volevo diventare assistente sociale, siccome a scuola non sono mai stata una cima i professori insieme ai miei genitori decidono di farmi cambiare idea e scegliere per me una scuola, a loro dire più adatta alle mie possibilità.  

Lungo questi anni e soprattutto ora che sono in bilico nell’adolescenza iniziano le prime fatiche fisiche e i primi dolori, non sono ancora troppo invalidanti, comincio a camminare poco, sempre meno e a fare fatica, ma cammino, concludo le scuole medie, e vado pure in camposcuola, perchè a settembre ci sarebbe stata la Cresima. 

Il giorno dopo la cresima, inizia la scuola superiore, non dedicherò molto tempo a descrivere tutto della scuola superiore perchè per me sono stati anni davvero molto duri e intensi, sia per il fatto che ho perso il primo anno, per le numerose assenze e per la fatica di portare avanti lo studio,un po’ per i dolori un po’ per la poca dedizione che ci ho messo, diciamo che ogni anno è stata una gran fatica passare all’anno successivo, ora posso dire che non era la mia scuola quella, però nulla è andato perduto, perchè mi ha dato la possibilità di avere un diploma e di trovare lavoro dopo 4 mesi dalla fine del percorso scolastico, certo non è che sia stato cosi semplice trovare lavoro, anche a me hanno chiuso porte in faccia, mi sono stati  rifiutati diversi curriculum anche solo perchè c’è riportato 60% di invalidità civile. 

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