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Immagine del redattoreAgnese Caon

Di un limite una risorsa: progetto scuola

Incontrare i ragazzi e portare l’esperienza di vita, le scoperte e la crescita personale che ci sono state, mi permette sempre di fare riflessioni profonde.

Un puntino in mezzo a tanti ragazzi e tante persone che cercano il loro spazio nel mondo per potersi esprimere.

Gli incontri sono tempo prezioso che diventa tesoro, per le scuole sono progetti, per i ragazzi a volte sono semplici banali incontri, ma lasciano sempre nel cuore qualcosa che trova spazio nel tempo e nello spazio della vita stessa.

Le scelte da fare, l’espressione piena di sè, occhi che cercano un punto di incontro anche se timorosi di essere visti, la curiosità di scoprire è più ampia di qualsiasi altra sensazione.

Tante domande, tanta curiosità, tanta sorpresa, ma una domanda è emersa con più forza: come fai a vivere in una società come quella che c’è ora?

La risposta la lascio come tesoro consegnato ai ragazzi per i prossimi che incontrerò.

L’inclusività non si conclude con un’ora di chiacchiere, e di domande, non avrà mai una conclusione, finchè ci sarà ancora la parola normale e le varie parole che definiscono una persona per la propria disabilità-disarmonia-malattia rara-condizione fisica.

Nel corso della mia scoperta personale, e della mia crescita ho potuto farmi la domanda: cosa è normale e cosa è diverso? Quali e quante definizioni abbiamo dato a queste parole, quanta importanza diamo a queste parole rimanda la “necessità” di fare incontri di inclusione dove ancora ci si scontra con chi la pensa in maniera diversa e nell’inclusione esclude eventuali “soggetti deboli”.

Con il cuore grato per la meraviglia con cui sono stata accolta, e mi è stato permesso di dare voce a quella voce che ha ancora molto da scoprire da far scoprire.

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