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Immagine del redattoreChiara Girardi

Disabilità si parla

Nella loro meravigliosa fantasia chissà cosa si immaginano del mondo che sta lì fuori, che loro vedono e del quale sentono parlare, e di questo parlare assorbono ogni cosa perché non conoscono ancora, ma hanno la curiosità di capire e quindi di far nascere il perchè alle cose, quella curiosità sana, ma molto spesso travisata e messa in modalità muto, perché non si può vedere o sentire qualcosa di diverso.


Credo ci sia bisogno di un’educazione al diverso, diverso è chi da noi si distingue in qualcosa, ma diverso qui viene inteso come persona che non ha le caratteristiche fisiche comuni a tutti. Premetto che mi viene molto difficile dire cosa sia normale e cosa sia diverso, ma qui lo vorrei integrare come parte di una diversità che entra nel linguaggio comune e ci fa prendere una strada nella quale a fatica riusciamo a cambiare corsia, ci immergiamo e fatichiamo a vedere oltre quello che c’è realmente, nel linguaggio comune, diverso è chi ha caratteristiche fisiche diverse, chi porta con sé una malformazione, una condizione patologica, una malattia rara, una sindrome, ci sono diversi modi di chiamare queste caratteristiche, ma se ci guardiamo bene, se guardiamo bene fino in fondo, se ci mettiamo davanti allo specchio magari in due o in tre e riusciamo a confrontarci in maniera serena quando vediamo che tutti noi siamo diversi, anche se in quel gruppo ci sono persone che sono tutte alte 180 cm, saranno diversi in qualcosa, avranno pur sempre qualcosa che le distingue l’una dall’altra, i capelli, gli occhi, la bocca, il naso, le mani, i piedi, ecc ecc. Non tutti quelli che sono alti 180 cm hanno lo stesso numero di scarpe, o la stessa forma degli occhi, credo che a fondamento di questo ci sia e ci possa stare una cultura del diverso che sta alla base di ogni formazione.


Quando sono a fare la spesa non mancano i commenti, quando vado a mangiare il gelato non mancano gli sguardi, quando vado in piscina c’è in qualcuno un senso di commiserazione: “poveretta fa piscina perchè le farà sicuramente bene”, può starci, posso cercare di capire tutto questo ma non è questo che ci rende adulti in grado di crescere bambini in grado di comprendere che il diverso siamo ciascuno di noi.


Quel bambino, che mi si pone di fronte, mi scruta con gli occhi curiosi e chiede alla mamma: perchè è così bassa? Sta solo cercando, nella sua ingenuità e nella sua ricerca della vita che non ci sono solo i puffi alla tv o i sette nani di Biancaneve, ma ci sono anche persone “normali” che possono fare cose normali da un’altezza diversa. E poi ci sono adulti che non riescono a spiegare, e capisco che sia difficile da fare, perchè allo stesso tempo loro non sono stati educati su questo, e quindi come la spieghi la differenza? Non c’è da spiegare nulla, c’è solo da essere.


E io ora sono! 

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