3.3 Rifletto da qualche tempo sull'età della mia vita che vedo scorrere, e mi chiedo cosa ho concluso finora (dentro la schema che devi fare famiglia, avere figli, o diventare qualcuno nel lavoro, nella vita)? Non si fanno confronti perché ogni vita è a sé, e se continuo a pensare così rispondo che non ho concluso nulla quando invece oltre ogni aspettativa, oltre ogni limite qualcosa è successo. Sto scoprendo quel battito al secondo in ogni momento in cui riesco a mettere da parte la paura, la vergogna, e il fatto di non sentirmi abbastanza. Ho scoperto che quel silenzio tanto sofferto negli anni, quella solitudine da dover sempre riempire e con la quale tanto ho combattuto ora diventano strumenti preziosi per comprendere fino in fondo che non sono sola, e che fa bene anche il silenzio e la solitudine. L'età anagrafica corre nel calendario, nella pelle che cambia, nel corpo che matura, nei cambiamenti fisiologici e corre perché la vita è chiamata vivere. Ogni giorno che io voglia o no, mi alzo, vado al lavoro, faccio cose, che riempiono le giornate e le rendono preziose. E allora, ora che non sono più bambina, mi posso dire di poter vivere, così che il cuore si dilata e amplia il suo sentire. Nulla va lasciato perché tutto ha un senso, si tutto ha un senso, e te ne accorgi quando il tempo aumenta, quando ti mancano le cose abitudinarie, te ne accorgi perchè proprio lo scorrere del tempo ti fa comprendere che la vita è anche ora, cambi il modo di viverle, cambi il modo di essere presente e vedi che tutto corre. E il tempo diventa prezioso strumento da prendere in mano e farne ciò a cui sono chiamata, non va perso, non va sepolto, tutto ciò che passa, vive e matura, resta nel tempo e nello spazio, da vivere, entra a far parte del tessuto; ogni esistenza nella sua natura è chiamata ad esprimere con il proprio essere, sé stessa.
La vita, il tempo
Aggiornamento: 6 mag 2020
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